martedì 27 marzo 2012

In pigiama

I primi tempi con la nana neonatissima, la mia prima preoccupazione del mattino era: riusciró a lavarmi e a vestirmi? Si, perché l'abitudine ad essere scattante e rapida e pronta nell'armatura da ufficio in mezz'ora era l'abitudine fino a pochi mesi fa, e lo stereotipo della neomamma con i capelli unti e la vestaglia e il bimbo piangente fra le braccia stanche, diciamocelo, è la figura mentale che tutte le donne temono prima di avercelo davvero, questo benedetto nano. Poi ti ritrovi una mattina a casa durante il congedo di maternità, dopo un weekend passato fra il super, la Prenatal (tappa obbligata del weekend), il parco, la piazza, i nonni...e ti dici: ma a me, questa mattina, chi me lo fa fare di vestirmi? Allora prendo la nana bella caldiuccia e assopita e piena di latte e la calo nella carrozzina, metto la modalità silenziosa e mi accoccolo nella copertina sul divano a godermi il silenzio. Perché molto presto questo mi mancherà, e molto.

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