giovedì 10 maggio 2012

Conciliazione? Babysitter a tre mesi e di nuovo a lavoro. Ma l’allattamento?

Vorrei porre l’attenzione sulla questione relativa alle intenzioni manifestate dal Governo, nella persona del Ministro Fornero, di promuovere con la riforma del mercato del lavoro ancora in gestazione, la crescita dell’occupazione femminile, così gravemente depressa nel nostro paese.
In barba alle indicazioni dell’OMS sull’importanza dell’allattamento esclusivo a richiesta fino a sei mesi, che deve rimanere la prevalente forma di alimentazione del bambino fino all’anno di età, e preferibilmente proseguire quando possibile fino ai due anni d’età, la bozza di riforma del mercato del lavoro ci piazza dei comodissimi voucher per coprire, in parte e non si sa esattamente come nella pratica, le spese per il ricorso a una babysitter per chi non usufruisce della maternità facoltativa. Vi inviterei a dare una lettura a questo articolo:
Baby sitter vs congedo parentaleSicuri che non sia una trappola? – Sociale – l’Unità
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di Donata Gottardi, che sottolinea questa assurda contraddizione fra bozza di riforma del lavoro e la tutela della maternità e della prima infanzia.
Allo stesso tempo vi segnalo però anche un articolo più recente:
Verso quali politiche di conciliazione? Uno sguardo alla situazione italiana.
Oltre a fare una panoramica e uno storico riguardanti la conciliazione lavoro-famiglia nel nostro paese, apre uno spiraglio per soluzioni decisamente più concrete che, a quanto sembra, il Ministro per la cooperazione internazionale e l’integrazione con la delega alle politiche per la famiglia Andrea Riccardi vorrebbe proporre come emendamenti alla riforma. Finalmente qualcuno parla di obbligo di concessione del part-time temporaneo ai genitori che ne facciano richiesta. Magari non se ne farà nulla nemmeno questa volta, ma già che se ne parli è un buon inizio.

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