Ciao mamma. Non la mia mamma, tu che stai leggendo questo post con i capezzoli all'aria, le occhiaie peggio di zio Fester e la collezione di vari oli Vea, Mister Baby, Avent e così via sul comodino, che continui a spalmare copiosamente (e se ti hanno consigliato male in farmacia anche a togliere prima di ogni poppata, così anche quel poco di tessuto cicatriziale che si era formato nelle ultime due ore te lo giochi in un colpo). Proprio tu. Ti racconto delle mie ragadi, e di come me ne sono liberata in una notte, dopo un mese e mezzo di pianti con testate al muro per non urlare a ogni poppata, quindi circa dieci volte al giorno.
Io sono uscita dall'ospedale già con le ragadi. Hanno iniziato a sanguinarmi già prima della montata lattea. Ora lo so, il motivo come sempre accade è stato un mix di un attacco sbagliato e di una mia particolare sensibilità della pelle, che forse si poteva prendere in tempo se qualcuno in ospedale mi avesse calcolata, ma lasciamo andare le polemiche e veniamo al sodo. Faceva così male che più di una volta sono stata tentata di mollare tutto e passare all'artificiale, invece ho stretto i denti, sopportato e pianto in silenzio, sempre però cercando una soluzione, che forse potrebbe salvare l'allattamento a qualcuna di voi.
Ho iniziato con i paracapezzoli d'argento. Sono ottimi da mettere sotto il reggiseno nel primo periodo quando anche chi non soffre di ragadi ha i capezzoli molto sensibili e non ama il contatto con la stoffa. Il problema per me era che perdevo latte, e quando questo si asciugava, essendo zuccherino me li appiccicava al capezzolo, così togliendoli faceva effetto ceretta sulla mia pelle già martoriata, e ciò non va. Quindi li mettevo con un filo di crema Mister Baby Top Ragadi, fresca, leggermente profumata e soprattutto commestibile, che quindi non va risciacquata prima della poppata e che per questo consiglio, anche se non è una soluzione al problema mi ha dato sollievo più di una volta. L'olio Vea invece l'ho trovato ottimo per le irritazioni da pannolino, ma sul seno appiccica un po' troppo a mio parere.
Tutte mi dicevano: "Devi tenere il seno all'aria!". Ma come? Come si fa se si è da sole con il pargolo tutto in giorno? Ogni volta che per sbaglio qualcosa sfiora il seno è un urlo, la notte devi dormire come il conte Dracula nella bara che appena ti giri cominci a colare latte e se strisci contro un lenzuolo ti svegli per il male. Mi sono arrovellata il cervello. Mi dicevo, esisterà qualcosa che tiene i capezzoli all'aria pur riparandoli dal contatto con l'esterno? E pensando alle conchiglie raccogli latte, ho trovato questo prodotto geniale della NUK. Le chiamano appunto conchiglie raccogli latte, ma sono molto di più. Un set che contiene due dischetti di silicone con un foro in mezzo, due conchiglie raccogli latte da montarci sopra, ma anche due conchiglie aerate, quindi con dei fori sopra, da montare e da portare sotto il reggiseno. In pratica il capezzolo sta protetto sotto queste campane di plastica ma non tocca da nessuna parte. Io le ho portate un giorno e una notte, e la mattina, quando per la prima volta ho attaccato la bimba al seno senza piangere dal male, ho pianto dalla gioia. Poi le ho riutilizzate ogni volta che il capezzolo mi si irritava anche solo leggermente, e in una notte tornava tutto a posto. Perchè come si dice, una volta fatto il callo poi non senti più niente!
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